Newsletter domenicale? Ebbene sì. Potrebbe diventare un’abitudine ma la verità è che in questo momento sono in studio e sentendo musicisti registrare mi è venuta voglia di consigliarvi un po’ di musica che - forse - non conoscete.
Prima di andare al sodo vi dico che da marzo in poi succederanno delle cose dal vivo - concertini ma non solo - in quello che è anche il quartier generale di SpinnIt. Quindi, seguite questa pagina e tenetevi pronti.
[Nota: volevo evitare di inserire i link a Spotify, ma a quanto pare le altre piattaforme qui non sono supportate. 1-0 per Spotify]
The Yussef Dayes Experience - Live from Malibu
Parto con uno dei batteristi più forti della scena jazz londinese: Yussef Dayes.
Non è la prima volta che parlo di lui da queste parti, ma il fatto è che sono un po’ ripetitivo, quindi eccomi qua di nuovo.
L’album che vi propongo a ‘sto giro è un live registrato a Malibu con la sua Yussef Dayes Experience, super gruppo con reference Hendrixiana che comprende Rocco Palladino, Elijah Fox, Alexander Bourt e Venna.
Questo disco altro non è che la versione audio del live pubblicato su YouTube - guardatelo qui, merita davvero - che comprende alcuni brani del suo disco d’esordio Black Classical Music e, boy oh boy, live sono pazzeschi.
corto.alto - Bad With Names
Da Londra mi sposto a Glasgow e vi suggerisco l’album di esordio del musicista e produttore Liam Shortall. Corto-alto, capiche? *visualizzare immagine Tony Soprano*
Come nel caso di Dayes, anche qui ci troviamo di fronte ad un album in pieno stile nu jazz inglese, con un approccio libero dal concetto di genere musicale e con riferimenti hip-hop, broken beat, elettronica e dub.
All’interno del disco, poi, figurano altri musicisti della scena fra cui Fergus McCreadie, Graham Costello e Johnny Woodham.
Piazzatelo e prendetevi un po’ di tempo per staccarvi dal mondo. Che poi domani si riparte.
Quasi dimenticavo
Prima di chiudere aggiungo un +1 alla lista e vi dico di ascoltare Le Règne Animal di Andrea Laszlo De Simone.
Si tratta della colonna sonora dell’omonimo film diretto da Thomas Cailley che proprio in questi giorni è valsa ad Andrea Laszlo il premio César per la miglior colonna sonora.
I premi César sono i più importanti riconoscimenti del cinema francese e il cantautore torinese è il primo italiano a vincerlo - l’unico altro ad essere stato candidato fu Ennio Morricone.
Direi che vale la pena ascoltare anche questo.
Peace!